Articoli filtrati per data: Settembre 2022

Il servizio si rivolge ai proprietari di immobili in affitto che hanno l’obbligo di registrare il contratto di locazione quando ha una durata maggiore di 30 giorni.
A seconda della tipologia di contratto scelto gli obblighi da assolvere sono differenti.

Dove deve essere registrato il contratto di locazione?

La registrazione del contratto di locazione deve essere effettuata presso gli uffici delle Agenzie delle Entrate.

I consulenti di CAF Acli offrono:

 

  • Consulenza in merito al tipo di contratto da scegliere e delle relative scadenze/adempimenti;
  • Valutazione sulla tassazione più conveniente del canone percepito (tassazione ordinaria o cedolare secca);
  • Predisposizione del contratto di locazione;
  • Registrazione del contratto di locazione e disbrigo dei relativi adempimenti burocratici;
  • Calcolo dell’adeguamento ISTAT del canone di locazione;
  • Compilazione dei Modelli di pagamento dell’imposta di registro.

I documenti necessari sono:

  • Visura catastale o rogito dell’immobile oggetto della locazione;
  • Carta d’identità dei firmatari del contratto (locatore/i e conduttore/i);
  • Codice fiscale dei firmatari del contratto (locatore/i e conduttore/i);
  • Permesso di soggiorno in corso di validità (per i cittadini non comunitari);
  • IBAN del locatore

 

Scarica in allegato l'elenco documenti necessari

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La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato l’Ape Sociale solo per l’anno in corso ed allargato a nuove categorie di lavoratori che possono richiedere l’indennità. Non è scontato che la prestazione venga riconfermata anche per il 2023 pertanto gli interessati devono fare attenzione alla prossima scadenza che potrebbe essere l’ultima occasione per anticipare la pensione

Cos’è l’Ape Sociale? 

È un’indennità che permette di ritirarsi dal mondo del lavoro e che “accompagna” i richiedenti fino all’età prevista per la pensione di vecchiaia (67 anni). Può essere richiesta da tutte le categorie dei lavoratori dipendenti, di quelli autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) e da coloro iscritti alla Gestione Separata. 

Quali sono i requisiti per l’Ape Sociale?

Per poter richiedere l’indennità, sono stati fissati dei requisiti generali e altre condizioni più soggettive. Dal punto di vista anagrafico, l’APE Sociale è rivolta a coloro che abbiano almeno 63 anni di età. 

Dal punto di vista assicurativo, i richiedenti devono poter far valere alternativamente:

  • almeno 30 anni di contributi (disoccupati, invalidi civili con grado di invalidità maggiore al 74% e i cosidetti “caregivers” cioè chi si occupa di assistere un familiare “in situazione di gravità”)
  • almeno 36 anni nel caso siano stati lavoratori addetti ad attività “gravose” (per alcune specifiche categorie di lavori “gravosi” previste dalla normativa, il requisito è fissato a 32 anni di contributi)  

Per le donne che si trovino nelle situazioni di stato di disoccupazione o di occupazione in lavori “gravosi”, i suddetti requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, per un “bonus” massimo di due anni. 

Nello specifico i requisiti più soggettivi richiesti, oltre a quello contributivo, sono i seguenti: 

  • Disoccupati che abbiano 1) cessato il rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale e percepito integralmente l’indennità di disoccupazione NASPI  2) avuto un periodo di lavoro, nel triennio precedente alla data di cessazione, della durata di almeno 18 mesi 
  • Lavoratori che, al momento della richiesta e da almeno 6 mesi, assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap “in situazione di gravità”, oppure un parente o un affine di secondo grado, quando tale soggetto abbia i genitori o il coniuge ultrasettantenni, anche essi invalidi. 
  • Lavoratori con riconoscimento di invalidità civile pari almeno al 74 % 
  • Lavoratori inseriti nelle categorie di attività “gravose”, possono richiedere l’indennità dell’APE Sociale se hanno svolto per sette anni, nell’ultimo decennio, o per sei anni negli ultimi sette, una delle attività previste specificatamente dalla normativa 

L’ultima scadenza 2022  

Attenzione all’ultima scadenza, dal 16 luglio al 30 novembre 2022, per presentare le domande di verifica delle condizioni soggettive che possono far riconoscere il diritto all’indennità APE ed avere la priorità (sulla base della data di presentazione della domanda di verifica) nell’erogazione della prestazione in base al fondo stanziato per il suo pagamento.

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fonte - www.patronato.acli.it 

 

 

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La Terza età tra squilibrio demografico, conti pubblici e bisogni sanitari

Sono necessari maggiori investimenti nell'assistenza domiciliare, per i lavoratori senior e per le famiglie con persone non autosufficienti a carico

 

Il mondo sta invecchiando e l'Italia è uno dei paesi che invecchia più velocemente. Il tema non appassiona particolarmente i partiti politici impegnati nella campagna elettorale. Alcuni programmi rimandano ai risultati emersi dalla Commissione Paglia e alla necessità di dare una risposta ai bisogni degli anziani. Altri puntano sulla riforma delle Rsa nell'ambito della riorganizzazione del Ssn. Infine, c’è chi propone di istituire la figura di un 'Garante dei diritti della Terza età' o addirittura di un ministero per la Terza età.

 Secondo l'Organizzazione mondiale per la sanità, l'aspettativa media di vita a livello globale dal 2000 al 2019 è aumentata di oltre 5,5 anni, l'aumento più rapido verificatosi dal 1960. In ambito Ue, prima della pandemia, l'Italia era al primo posto in termini di speranza di vita alla nascita, pari a circa 81 anni

per gli uomini e 86 per le donne. Siamo invece all'ultimo posto in Europa per la fecondità, in Italia nel 2021 il numero medio di figli per donna è pari a 1,3. mentre le nascite - come testimoniato recentemente dall'Istat - hanno raggiunto il minimo storico di 399mila all'anno, rispetto a più di un milione negli anni del baby-boom.

Da questa situazione partono molte sfide, attuali e future.

La prima è quella della diminuzione della popolazione in età da lavoro rispetto alla popolazione totale, con il peggioramento del tasso di dipendenza giovani/anziani che mette a rischio la sostenibilità dei sistemi di welfare, in particolar modo i servizi diretti alle fasce più fragili della popolazione. La seconda sfida è quella dello spostamento in avanti delle tappe che caratterizzano i percorsi di vita delle persone: vivere più a lungo implica necessariamente anche lavorare più a lungo. La terza sfida riguarda la riforma delle pensioni, dibattitto attualissimo e sempre acceso… anche per dare lavoro ai giovani, il cui ingresso nel mercato del lavoro è sempre più esiguo, proprio per il crollo delle nascite: nei prossimi anni, in Italia ci saranno 1,5 lavoratori su cinque in meno. Si tratta di una riduzione senza precedenti, molto più forte che nel resto d'Europa e con potenziali implicazioni di lungo periodo sulla capacità delle imprese di reclutare e formare il personale.

 L'attenzione è concentrata quasi esclusivamente sulle nuove regole di pensionamento anticipato, mentre restano in ombra le politiche "attive" per l'invecchiamento, cioè tutte quelle misure che servono ad incentivare la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici al mercato del lavoro fino all'età del pensionamento. Il programma di "Garanzia per l'Occupabilità dei lavoratori" intende mettere a sistema le migliori esperienze maturate a livello regionale e superare l'eterogeneità dei servizi erogati su tutto il territorio nazionale; tuttavia, dice poco o nulla sul prolungamento delle carriere dei lavoratori senior in azienda e l'integrazione tra la gestione delle risorse umane nel settore privato e le politiche attive del lavoro dell'operatore pubblico. L' ultimo tema, ma solo in ordine di tempo, riguarda gli effetti dell'inflazione sulla spesa sanitaria. Negli ultimi 20 anni, anche a fronte di una sostanziale stagnazione dei prezzi dei beni, i prezzi dell'assistenza sanitaria hanno continuato a crescere a tassi del 2-3% (3% visite specialistiche, fino al 4,4% dci servizi paramedici), è quindi ragionevole assumere che presto l'inflazione andrà ad intaccare anche la capacità di spesa delle famiglie, soprattutto quelle in cui sono presenti anziani con malattie croniche o necessità di assistenza.

 Il meccanismo di trasmissione ai bilanci delle famiglie è duplice: da un lato l'aumento della spesa pubblica per la sanità grava sul debito pubblico e sulle tasse, dall'altro pesa sempre più la quota di spesa privata a carico delle famiglie.

Tenendo bene presente che di fatto il reddito disponibile delle famiglie a fronte dell'inflazione crescente vede una progressiva erosione rispetto al livello del 2020.

 La questione della cura degli anziani è centrale per il futuro del nostro welfare e, dopo i difficili anni di pandemia, necessita di un 'attenzione particolare da parte dell'azione del nuovo Governo che uscirà vincente dalle elezioni. Da tempo le famiglie chiedono servizi che consentano agli an­ziani non-autosufficienti di restare il più a lungo possibile nell'ambiente domestico, potendo contare su un'assistenza domiciliare qualificata. Nel corso dei prossimi anni sono previsti provvedimenti finalizzati alla definizione di livelli essenziali delle prestazioni per gli anziani.

 

 

La grande sfida all'inflazione si gioca quindi sul piano della riorganizzazione del Ssn, sulla ricerca di una maggiore efficienza ed accessibilità dei servizi di assistenza per gli anziani. I costi dell'invecchiamento che restano a carico delle famiglie devono essere contrastati con una maggiore prevenzione, con un'assistenza di qualità e con una rete di servizi che cambi totalmente la prospettiva mettendo l'anziano al centro.

 

(Da Avvenire 7/9/22)

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Rivolgiti gratuitamente in una delle nostre sedi.

Per ridurre i tempi d’attesa telefonica sarà a disposizione un risponditore automatico, attivo tutti i giorni 24 ore su 24, sabati, domeniche e festivi compresi telefonando allo 04441429933. Al momento della chiamata si attiverà il risponditore, che ti proporrà tre diverse date per l’appuntamento: seguendo le istruzioni, potrai confermare una delle tre proposte. Nel caso nessuna delle opzioni andasse bene, dovrai rimanere in attesa di essere messo in contatto con uno dei nostri operatori (o richiamare se sta telefonando fuori dagli orari d’ufficio).  

Infine, sarà possibile fissare il proprio appuntamento anche online attraverso la piattaforma MyCaf. Una volta registrati, è possibile accedere alla sezione “Prenota un appuntamento” e da lì scegliere sede, data e ora per la propria pratica ISEE. Sempre dalla piattaforma sarà poi possibile scaricare l’attestazione definitiva, senza dover recarsi nuovamente di persona presso i nostri uffici. Attenzione: per chi si registrasse per la prima volta non è necessario scegliere la sede di riferimento. Il passaggio può essere saltato e la procedura andrà comunque a buon fine. 

Oltre a fissare l’appuntamento, fin da ora è possibile preparare anche tutti i documenti necessari da presentare agli operatori: l’ISEE 2022 si baserà infatti sulla situazione reddituale e patrimoniale della famiglia al 31 dicembre 2020. Tutte le informazioni (a partire ad esempio da saldi e giacenze medie dei conti correnti) possono essere quindi recuperate fin da subito. L’elenco completo dei documenti necessari è disponibile a questo link. 

Guarda come prenotare un appuntamento

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L’Assegno Unico Universale viene calcolato in base alla presenza nel nucleo familiare di figli minorenni o maggiorenni fino ai 21 anni e del valore del modello ISEE.  

I pagamenti  

In base alle istruzioni fornite dall’Inps, per le domande presentate dal 1° gennaio al 28 febbraio 2022 il pagamento è previsto a marzo (dal 15 al 21 del mese), mentre, per le domande presentate successivamente, il pagamento verrà effettuato il mese successivo alla presentazione delle stesse.    

Coloro i quali non hanno ancora presentato la richiesta, presentandola dal 1° luglio 2022, non avranno più diritto alla percezione degli arretrati dal 01/03/2022.

Quanto spetta   

Per ciascun figlio minorenne spetta un importo pari a:   

  • 175 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;   
  • L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;   
  • 50 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.   

Per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento dei 21 anni di età anagrafica spetta un importo pari a:   

  • 85 euro mensili in presenza di un ISEE pari o inferiore ai 15.000 euro;   
  • L’importo si riduce gradualmente, secondo le misure indicate nella tabella allegata al decreto, in corrispondenza di un modello ISEE pari a 40.000 euro;   
  • 25 euro mensili in presenza di un modello ISEE pari o superiore ai 40.000 euro.   

L’Assegno Unico Universale è una prestazione universalistica indirizzata a tutti i nuclei familiari a prescindere dalle condizioni economiche: in assenza di modello ISEE o in presenza di un ISEE superiore ai 40.000 euro, spetta la misura minima di assegno mensile.    

Fai con noi la tua domanda    

La domanda  deve essere  presentata  esclusivamente  in via telematica all’INPS,  tutti gli uffici del  Patronato Acli  sono a tua disposizione, essenziale per l’invio della richiesta essere in possesso del  modello ISEE in corso di validità.    

Per richiedere dunque l’Assegno Unico è indispensabile avere la Dichiarazione Sostitutiva Unica in corso di validità (DSU) ai fini ISEE, dichiarazione che puoi richiedere direttamente al Caf: trova la sede del  Caf  Acli più vicina a te.    

È possibile fare la domanda di Assegno Unico 2022 anche senza ISEE, nel qual caso si riceverà l’importo minimo della misura, vale a dire 50 euro al mese per ciascun figlio minore a carico presente nel nucleo familiare. 

 fonte - www.patronato.acli.it
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Martedì, 06 Settembre 2022 08:13

Modello Red

Per i pensionati titolari di prestazioni collegate al reddito è arrivato il momento di inviare a INPS il modello RED

Il Modello RED, ovvero la dichiarazione reddituale pensionati INPS, va presentato dai titolari di prestazioni collegate al reddito per comunicare all'INPS i propri redditi e, qualora previsto, anche i redditi del coniuge e degli altri componenti del nucleo familiare. È quindi un’ulteriore dichiarazione - diversa dal Modello 730 o Modello REDDITI - che va presentata solo in determinati casi.

Se un pensionato, ad esempio, percepisce una certa prestazione previdenziale o assistenziale collegata al reddito, ed oltre ad avere i redditi indicati nel Modello 730 ne possiede altri, per dimostrare che il suo livello economico è comunque meritevole della prestazione di sostegno, sarà obbligato alla presentazione del Modello RED, servizio che le sedi CAF ACLI effettuano gratuitamente.

È importante sapere che l’INPS non invia comunicazioni cartacee ai pensionati residenti in Italia per richiedere le dichiarazioni reddituali al fine di verificare il diritto alle prestazioni collegate al reddito. Questo comporta che è il pensionato stesso a doversi informare presso l’INPS o presso CAF ACLI, come intermediario di fiducia, sull’obbligo di presentare il Modello RED.
 

Chi deve presentare il Modello RED?

Devono obbligatoriamente presentare il Modello RED all'INPS:

  • i pensionati che non hanno altri redditi oltre a quello da pensione (propri e se previsto dei familiari) se la situazione reddituale è variata rispetto a quella dichiarata l'anno precedente;
  • i titolari di prestazioni collegate al reddito che non comunicano integralmente all'amministrazione finanziaria tutti i loro redditi perché alcuni non sono dichiarabili sulla dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Modello REDDITI), per esempio il lavoro dipendente prestato all'estero, gli interessi bancari, postali, dei BOT, dei CCT e di altri titoli di Stato o i proventi di quote di investimento, soggetti a ritenuta d'acconto alla fonte a titolo d'imposta o sostitutiva dell'Irpef;
  • coloro che sono esonerati dall'obbligo di presentazione all'Agenzia delle Entrate della dichiarazione dei redditi, ma che sono in possesso di redditi ulteriori a quelli da pensione, ad esempio coloro che hanno un reddito da pensione più il reddito dell’abitazione principale;
  • i titolari di alcune tipologie di redditi rilevanti ai fini previdenziali e che si dichiarano in maniera diversa ai fini fiscali all'Agenzia delle Entrate, come per esempio i redditi derivanti da collaborazione coordinata e continuativa o assimilati e lavoro autonomo, anche occasionale.

Chi non deve presentare il Modello RED?

Non devono presentare il Modello RED i residenti in Italia beneficiari delle prestazioni collegate al reddito che abbiano già dichiarato integralmente all'Agenzia delle Entrate (tramite Modello 730 o Modello REDDITI) tutti i propri redditi, e, se previsto, anche quelli dei familiari, che rilevano ai fini delle prestazioni di sostegno al reddito. In questi casi infatti l’INPS acquisirà le informazioni reddituali rilevanti direttamente dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate o da altre banche dati delle pubbliche amministrazioni.
 

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